
L’inizio dell’antroposofia milanese è dato dalla presenza di Rudolf Steiner a Milano nel settembre del 1911. La Signora Charlotte Ferreri, moglie del Prof. Giulio Ferreri noto allora quale rettore dell’Istituto per sordomuti, lo invitò a tenere alcune conferenze in via Boccaccio 27, dove c’era una sala per riunioni teosofiche. L’allora nascente gruppo antroposofico ebbe su suggerimento dello Steiner il nome di Leonardo da Vinci e fu per molti anni il punto di riferimento per la storia antroposofica della città. Rudolf Steiner tornò poi a Milano anche nell’anno successivo, in ottobre: parlò di nuovo nel salotto della Ferreri, ma anche, il giorno successivo, in casa della principessa Troubestzkoi in via Mascheroni 19. A questi incontri partecipò fin dall’inizio una terza figura femminile che poi porterà avanti per molti anni il lavoro antroposofico milanese: si trattava di Lina Schwarz, la nota poetessa per l’infanzia, che aveva incontrato Rudolf Steiner già nel 1904. Un’altra personalità caratteristica che frequentava gli incontri di antroposofia fu Rosa Genoni, di umili origini, fortemente impegnata sul piano sociale, fervente oppositrice del regime fascista, allora la stilista più nota in Italia. Nel periodo fra le due guerre nella colonia russa a Milano circolavano idee antroposofiche con alcune figure particolari come Elena Grigorovic, una pittrice formatasi alla scuola di Henri Matisse, e Rinaldo Kuefferle, noto come poeta, romanziere, traduttore ed elzevirista del Corriere della Sera. Egli diede vita ad una ricca collana antroposofica per l’editore Bocca e fondò nel 1946 la rivista “Antroposofia”. Dopo la sua morte questa fu poi portata avanti da Silvia Schwarz: attualmente ne è direttore responsabile il Prof. Luigi Bellavita.
Al di là delle singole personalità legate all’antroposofia presenti nella vita culturale milanese, l’attività antroposofica era fondamentalmente rivolta allo studio in piccoli gruppi dell’opera di Rudolf Steiner e a singole attività artistiche come la nuova arte della parola curata a Milano in particolare da Vanna Rizzi Bianchi, diretta allieva di Marie Steiner. Solo verso la fine della seconda guerra mondiale cominciano a svilupparsi le iniziative antroposofiche in campo sociale. Già prima, nel 1934, era stata fondata in corso Sempione da Hans Arenson e Lidia Baratto una piccola azienda farmaceutica antroposofica, la Weleda italiana, ma per motivi razziali dovette quanto prima chiudere. La Signora Baratto, formatasi come euritmista a Stoccarda e attiva nel gruppo artistico guidato da Marie Steiner, continuò però la sua attività artistica e antroposofica fondando nel 1940, insieme a Paolo Gentilli, Giana Anguissola, Rinaldo Kuefferle e Marco Spaini, in un signorile appartamento in via Maurizio Gonzaga, un “Centro internazionale di cultura”, un nome di copertura in quanto l’antroposofia era chiaramente osteggiata dal regime fascista. Le personalità attive in questo centro diedero impulso alle principali iniziative antroposofiche milanesi degli anni successivi: nel 1946 la ricordata rivista “Antroposofia”, poi un primo asilo in via Gonzaga. Da qui si sviluppò la prima scuola steineriana in Italia: le prime classi furono ospitate nell’asilo comunale di via Pergolesi, poi dal marzo del 1950 nella palazzina di via Francesco Sforza ottenuta in uso dal Comune grazie agli sforzi della Signora Lavinia Mondolfo, nota a Milano per le sue battaglie fatte a favore dell’Istituto dei ciechi. Con la crescita delle classi e del numero di bambini la scuola fu poi trasferita nella attuale sede in via Clericetti. Nel 1953 venne ripresa l’attività di importazione e di distribuzione dei medicinali antroposofici con la fondazione della società AMOS (Articoli Medicinali Omeopatici Svizzeri), oggi Weleda Italia. Fu anche dalla frequentazione del centro di Lidia Baratto che il Dott. Aldo Bargero trasse lo stimolo per iniziare nel 1957 in Via Vivaio la sua attività di medico antroposofo. Dalla sua iniziativa prese l’avvio la medicina antroposofica in Italia: nel 1965 venne fondato il “Gruppo Medico Antroposofico Italiano”, oggi Società Italiana di Medicina Antroposofica. Nel 1959, invece, per iniziativa del dott. Iberto Bavastro e di sua moglie Christa nacque l’Editrice Antroposofica, che da allora pubblica e distribuisce i testi di Rudolf Steiner.
Il lavoro di studio e di approfondimento dell’antroposofia venne dapprima curato nell’ambito dello storico gruppo antroposofico “Leonardo da Vinci”. Durante il regime fascista, nella sua sede di via Fiamma, il gruppo venne chiuso d’ autorità con il sequestro dei mobili e dei libri. Pochi anni dopo potrà riprendere la sua attività. Nel 1950 nacque un secondo gruppo antroposofico, il gruppo “Rudolf Steiner” e in seguito un terzo, il gruppo “Michael,” più attivo anche nella organizzazione di corsi, seminari e attività artistiche. Propulsori di queste attività furono soprattutto il Dott. Aldo Bargero, il Prof. Gianguido Scalfi e il Dott. Giuseppe Leonelli. Da qui sorse la necessità di una sede pubblica, appropriata alle esigenze di una maggiore diffusione del messaggio antroposofico. Tale sede venne inaugurata in via Vasto nel maggio del 1980 e fu poi gestita dalla “Associazione Antroposofica Milanese” ed oggi dalla “Fondazione Antroposofica Milanese”.
Nel corso dei decenni, al di là delle attività pubbliche svolte dalle scuole steineriane, le occasioni per presentare le iniziative antroposofiche ad una cerchia più vasta della città sono state molte, da spettacoli di euritmia, la nuova arte del movimento creata da Rudolf Steiner, a cicli di conferenze, a mostre come quella del 1992 nell’area dell’Ansaldo sulla architettura steineriana o quella dei disegni alla lavagna di Rudolf Steiner negli spazi della Triennale, a proposte terapeutiche come quelle del poliambulatorio “Arte medica”, al convegno organizzato nel 2015 dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica presso l’Università Bocconi. Dalla piccola e intima cerchia dei primi pionieri, l’antroposofia è oggi presente a Milano con una sua chiara identità, nell’intento di continuare a dare un proprio e originale contributo allo sviluppo culturale della città.



















