Una considerazione fenomenologica.
Se si applica all’uomo tripartito il principio formulato da Paracelso dei “Tria Principia”, Sal, Mercur e Sulfur, il principio Sal corrisponde al sistema dei nervi e dei sensi, il principio Sulfur al sistema del metabolismo, mentre il sistema mercuriale ritmico forma il centro equilibratore fra le due polarità. Il sistema dei nervi e dei sensi è il polo del freddo e dell’invecchiamento, da lì provengono gli impulsi indurenti, mineralizzanti e catabolici. Il sistema del ricambio e degli arti è il polo solforico del calore e della giovinezza dell’organismo che scioglie i depositi mineralizzati e produce gli impulsi costruttivi e rigenerativi.
Su questo sfondo antropologico, è illuminante la caratterizzazione che Rudolf Steiner fa delle malattie virali delle vie respiratorie: il principio di fondo – egli dice – è che un processo sensoriale scivola verso il basso, nella respirazione. “Le proprietà sensoriali che qualificano in genere gli organi dei sensi, scivolano negli organi della respirazione che diventano temporaneamente organi di senso, e per questo si ammalano.” (1) Quando l’attività sensoriale scivola nella respirazione, viene a mancare nella sua sede specifica e non può funzionare in modo corretto, come nel Covid-19 si dimostra chiaramente nella perdita del gusto e dell’olfatto. In contrapposizione, le vie respiratorie sviluppano troppa attività sensoriale. Questo appare in ogni stimolo a tossire: i bronchi iper-sensitivi iniziano a sentire solletico, vi è cioè una attività sensoriale al posto sbagliato che di riflesso porta allo stimolo della tosse.
La tendenza patologica primaria nel caso di infezioni virali delle vie respiratorie consiste nel fatto che il sistema dei nervi e dei sensi afferra con troppa forza il sistema ritmico e diventa attivo al posto sbagliato con una dinamica che è corretta solo nel sistema dei nervi e dei sensi. In questo modo un processo salino mineralizzante, legato al sistema dei nervi e dei sensi, penetra in modo ingiustificato nell’ambito mercuriale del sistema ritmico.
La differenza fra le usuali malattie da raffreddamento, compresa l’influenza, e il Covid-19 sta fra l’altro nel fatto che gli impulsi del sistema dei nervi e dei sensi nell’influenza afferrano primariamente il sistema respiratorio (nel Covid-19 spesso anche il sistema sanguigno), per questo nel decorso grave si può arrivare alla trombosi (la grande maggioranza dei casi di Covid-19 ha un decorso decisamente più benigno rispetto ai rari casi gravi, senza le complicazioni legate alle trombosi). Dunque, nel Covid-19, le forze del sistema dei nervi e dei sensi vanno più in profondità nell’uomo mediano rispetto all’influenza e ad altre infezioni virali delle vie respiratorie. Il rischio di trombosi corrisponde alla tendenza mineralizzante e indurente del sistema dei nervi e dei sensi. Se questa si manifesta in modo ingiustificato nella sfera del cuore e del sangue nell’uomo mediano, che in realtà dovrebbe sempre restare in un fluido movimento mercuriale, abbiamo le premesse perché si formino le trombosi.
Covid-19 nel corso dell’anno e festività cristiane
I processi indurenti che tendono al salino e al minerale del sistema dei nervi e dei sensi in un certo senso sono sempre anche processi del freddo: proprio il freddo dell’inverno porta alla solidificazione dell’acqua in ghiaccio, un processo che, come immagine, potrebbe essere una sorta di trombosi macrocosmica. A questo impulso del freddo che porta alla malattia, l’organismo risponde nel senso delle forze di autoguarigione, con una reazione febbrile dell’uomo del ricambio, nel tentativo di respingere dal polmone l’uomo dei nervi penetrato troppo nella respirazione, rimandandolo nel capo che è la sua zona di competenza. Rispetto al corso dell’anno la dinamica che porta alla febbre corrisponde alla segnatura della calda, febbrile estate. Rudolf Steiner ci indica come in realtà il ritmo temporale del corso dell’anno che si differenzia in estate e in inverno, nell’uomo sia presente contemporaneamente, ma separato spazialmente nella polarità tra sistema dei nervi e dei sensi (inverno) e sistema del ricambio e degli arti (estate). (2) Se si considerano le malattie da raffreddamento come un’azione eccessiva del sistema dei nervi e dei sensi penetrata in modo ingiustificato nel sistema ritmico, non deve meravigliarci che in genere siano più frequenti in inverno. Il termine popolare di “malattie da raffreddamento” è in quest’ottica del tutto pertinente.
Nel caso del Covid-19 l’organismo si difende contro i processi patogeni del freddo e dell’inverno del sistema dei nervi e dei sensi, nel tentativo di una autoguarigione, con l’impulso “solare” del calore, cioè con la febbre. L’inverno buio e freddo, con le sue condizioni climatiche che predispongono alle infezioni delle vie respiratorie, rappresenta una sfida continua sotto il profilo della salute. La comparsa della cosiddetta depressione invernale evidenzia come il buio e il freddo invernali rappresentino anche nell’ottica psichica una prova da superare. In questa prospettiva è interessante che le feste cristiane della metà invernale dell’anno vi siano inserite come fossero farmaci che danno la capacità di affrontare, spiritualmente rafforzati, la prova invernale. Poco prima dell’inverno la festa di Michele mette all’uomo la corazza rappresentata dalle forze del coraggio con cui affrontare meglio le sfide invernali. Con la pioggia di ferro meteorico che proviene dal cosmo, e che Rudolf Steiner collega alla spada di Michele (3), l’umanità riceve una specie di vaccinazione naturale, grazie alla quale vengono rafforzate sia le qualità di coraggio che di difesa nei confronti della metà invernale dell’anno. Con la festa del Natale noi contrapponiamo una luce interiore all’oscurità esteriore, con la festa di Pasqua possiamo poi superare il freddo esteriore dell’inverno grazie al primaverile e pasquale calore animico. Dopo il solstizio invernale, il Natale porta la luce di nuovo in crescita simbolizzata dalle candele dell’albero di Natale. La Pasqua aggiunge a questa luce l’aspetto del calore primaverile, simbolizzato dai fuochi pasquali come sorgenti di calore. (4) Questi principi terapeutici racchiusi in modo archetipico nelle festività del corso dell’anno vengono valorizzati dalla medicina antroposofica nella terapia del Covid-19. Nell’ambito di una proposta terapeutica antroposofica per affrontare il Covid-19, vengono perciò usate, insieme ad altri principi terapeutici, le forze del ferro meteorico per rafforzare le forze di difesa e di coraggio, insieme ai principi terapeutici insiti nella luce e nel calore, per esempio con l’uso in dosaggio omeopatico del fosforo quale sostanza portatrice di luce.
Covid-19 e l’aspetto di Saturno
La predominanza del sistema dei nervi e dei sensi, che corrisponde al polo catabolico della vecchiaia dell’organismo, si mostra nel fatto che i normali processi della vecchiaia (diminuzione delle funzioni sensoriali, perdita di olfatto e del gusto, esaurimento, complicazioni arteriosclerotiche, trombosi) sono sintomi tipici del Covid-19. Il decorso grave del Covid-19 si potrebbe anche indicare come una specie di temporanea malattia da invecchiamento con una segnatura analoga a quella delle forze di Saturno quale rappresentante dei processi di arteriosclerosi e di catabolismo tipici della vecchiaia. (5) Questo spiega anche perché la tipica costellazione saturnina della vecchiaia rappresenti il fattore principale per un decorso grave della malattia.
Le forze di Saturno sono alla base della formazione degli organi di senso; le prime disposizioni per gli organi di senso si formarono infatti già sull’antico Saturno. In questa prospettiva si può considerare il Covid-19 come conseguenza, nell’uomo mediano, di un’eccessiva attività delle forze di Saturno imparentate all’ambito sensoriale. Queste arrivano ad agire non nel loro specifico ambito, nel sistema dei nervi e dei sensi, bensì dislocate nel sistema ritmico, con la possibilità di richiamare qui le infiammazioni polmonari e la formazione di trombi.
Il temporaneo forte esaurimento e la paralisi delle forze vitali nella fase della convalescenza, la cosiddetta sindrome Long-Covid, si possono a loro volta vedere come un danno alle forze vitali per un’azione eccessiva delle forze distruttive di Saturno-piombo del sistema dei nervi e dei sensi, che scende nell’uomo inferiore (il piombo, come metallo planetario di Saturno, ne rappresenta le forze nell’ambito delle sostanze). In alcune persone con un decorso grave si può notare una stanchezza plumbea durante la convalescenza, e talvolta si ha l’impressione di una pesantezza plumbea nei loro movimenti, mentre per la maggior parte dei pazienti che hanno avuto un decorso leggero, la rigenerazione avviene più rapidamente.
Tenendo conto di questa segnatura del Covid-19, diventa molto significativa un’indicazione di Rudolf Steiner riguardo agli sfondi astronomici delle grandi epidemie di influenza (6). Pregiudicare l’attività del Sole da parte dei pianeti sopra solari favorisce, secondo tale indicazione, il sorgere di simili epidemie. Già negli ultimi due semestri invernali Giove e Saturno si sono trovati per un certo tempo relativamente vicini fra loro e al Sole. In questo modo possono disturbarne l’attività in modo più forte rispetto a quando rimangono “a una certa distanza”, secondo l’espressione di Rudolf Steiner. Se si traduce questa costellazione nella sua contro immagine microcosmica nell’uomo, ne risulta una costellazione che corrisponde alla situazione antropologica tipica del Covid-19. Micro-cosmicamente i pianeti sopra solari corrispondono in questo contesto alle forze del sistema dei nervi e dei sensi, basti pensare alla relazione delle forze di Saturno con gli organi di senso e delle forze di Giove con la parte anteriore del cervello (“fronte da pensatore” dell’uomo legato a Giove). Quando le forze dei nervi e dei sensi agiscono con troppa forza, creando disturbo nella regione del sistema ritmico rivolta al Sole, possono portare la descritta “dinamica di raffreddamento” soprattutto nel polmone e nelle vie respiratorie, preparando così un terreno favorevole per le infezioni “epidemiche” delle vie respiratorie. Negli uomini che tendono a una simile costellazione micro-cosmica, questa può essere rafforzata dalla corrispondente costellazione macro-cosmica.
La segnatura psicologica e sociale della crisi da Coronavirus
Mentre la segnatura individuale del Covid-19 mostra una predominanza delle forze dei nervi e dei sensi, la crisi sociale dovuta al Coronavirus manifesta in modo analogo una predominanza dell’intellettualità che è la qualità corrispondente. Conformemente alla sua natura, questa intellettualità è volentieri sostenuta da numeri e statistiche, la sorgente delle modalità di azione ufficialmente viste come necessarie. Questa logica è dominata dalla prospettiva scientifica materialistica. La quotidianità della popolazione deve essere orientata secondo rigorose conoscenze scientifiche, anche se spesso sono interpretate in modo selettivo e tendenzioso. (7) Secondo Rudolf Steiner le forze della intellettualità corrispondono a forze di antipatia nel sistema dei nervi e dei sensi (8), è quindi assai significativo in una ottica sintomatologica che le misure restrittive adottate in quasi tutto il mondo siano state caratterizzate dallo slogan del social distancing, cosa che ha anche una sua giustificazione epidemiologica. Anche il diffuso spostamento della comunicazione interpersonale negli spazi virtuali di Internet, legato al social distancing, corrisponde alla segnatura complessiva della predominanza di forze che si manifestano nei numeri e nelle statistiche, provenienti dal modo di pensare scientifico materialistico, cioè da una intellettualità fredda e arimanica.
Rispetto alla predominanza della intellettualità è anche particolarmente caratteristico che portare la mascherina nasconda la bocca e il naso che nella tripartizione della testa corrispondono all’ambito della volontà (la bocca con la sua possibilità di movimento con la muscolatura volontaria rappresenta il polo degli arti del viso) e del sentimento (l’area del naso che partecipa con l’inspirazione e l’espirazione al processo respiratorio), per cui viene rimarcata in modo unilaterale la parte della fronte dove nel viso abbiamo l’espressione del polo intellettuale dei nervi. Quindi anche portare una mascherina manifesta in modo sintomatico nella crisi del Coronavirus la caratteristica dominanza del polo intellettuale dei nervi e dei sensi rispetto alle forze del sentire e del volere legate al sistema del ricambio. (9)
Questo corrisponde al fatto che il Covid-19 spesso danneggia il senso dell’olfatto per il naso e quello del gusto per la bocca. L’olfatto è notoriamente associato con forti sentimenti ed emotività, come si esprime già nel linguaggio quando in senso figurato parliamo per esempio di persone “in odore di santità”. Il senso del gusto con la masticazione dei cibi è invece associato al processo digestivo, ne è il primo passo, con un’attività che impegna volitivamente i nostri muscoli. L’olfatto è in un certo senso l’avamposto del sistema respiratorio legato al sentire, il gusto l’avamposto del sistema digestivo e del ricambio legato al volere. I danni prodotti dal Covid-19 nel gusto e nell’olfatto manifestano a loro volta un indebolimento dei fondamenti organici della sfera del sentire e del volere rispetto alla dominanza raggiunta dalla sfera intellettuale.
Un ulteriore caratteristico sintomo della crisi da Coronavirus è l’ampia diffusione della paura, pungolata ulteriormente dalla onnipresenza del tema nei media e nel come viene trattato. Sentimenti di paura sono imparentati alle forze di antipatia dell’intelletto. Il fatto che la pandemia del Covid-19 sia accompagnata da una corrispondente onda di paura pandemica è a sua volta espressione della predominanza delle forze intellettuali di antipatia. La paura sembra essersi diffusa in modo “virale” come il virus stesso.
Matthias Girke e Georg Soldner, in un loro articolo sulla pandemia, mettono in luce la molteplicità degli aspetti patogenetici, terapeutici e igienici, portando conferme empiriche all’azione esercitata dalla paura nel limitare le funzioni immunologiche dell’organismo. (10) I nessi più profondi fra sentimenti di paura e disposizione a malattie epidemiche delle vie respiratorie, si mostra già nel fatto che la paura spesso ci fa trattenere il respiro e che inconsciamente uno spavento ci blocca la respirazione. Su questo sfondo è significativa la descrizione di Rudolf Steiner: la paura portata nel sonno e la disposizione materialistica portata nel sonno favoriscono la diffusione di malattie epidemiche. (11)
Sarebbe però un totale fraintendimento credere che, quando qualcuno si ammala, si possa dedurre a ritroso che avesse disposizioni più o meno materialistiche. Nel caso delle epidemie spesso non si tratta solo di una disposizione del singolo, ma anche della disposizione di un collettivo umano nei confronti di una malattia dell’epoca. I destini dell’umanità e dell’epoca spesso si sovrappongono al destino dell’individuo. Possono quindi essere vittime di una epidemia anche uomini molto spirituali e molto coraggiosi, per motivi legati al destino collettivo dell’umanità, Rudolf Steiner ne parla esplicitamente.(12) Nel caso di epidemie il decorso della malattia del singolo dipende, se seguiamo gli spunti di Rudolf Steiner, non solo dal suo atteggiamento più o meno spirituale, ma anche dall’atmosfera spirituale generale che domina nella comunità sociale. In un’ottica spirituale, le epidemie sono anche un evento sociale in cui i singoli membri di una comunità si influenzano reciprocamente. Emerge qui la dimensione sociale della spiritualità del singolo. Può sembrare che non gli serva molto, se si guarda in una ottica egoistica: il singolo può anche ammalarsi e morire (molte persone profondamente spirituali sono morte per tubercolosi, come Christian Morgenstern per esempio); può essere però un contributo che porta luce e calore nell’atmosfera spirituale complessiva, e se questo contributo viene da un numero sufficiente di uomini, si rendono più difficili le condizioni di diffusione del fattore patogeno, suscitando una atmosfera primaverile che porta luce e calore. Questo fatto difficile da afferrare da parte di un atteggiamento materialistico, viene presentato da Rudolf Steiner come un fattore che oggi non è ancora possibile realizzare, ma che si verificherà in futuro. Nelle sue parole: “E in effetti si sperimenterebbe che la diffusione di un tale atteggiamento agirebbe nel senso di porre termine a epidemie, se ci si comportasse adeguatamente. Vi accenno a come in futuro si potrà agire dalla conoscenza della vita spirituale nell’ambito della vita sociale degli uomini, cosa oggi non ancora possibile, a come potrà essere rafforzata dalla conoscenza spirituale la vita animica umana e a come le conoscenze spirituali che si trasformano in atteggiamento interiore agiranno in modo salutare partendo dallo spirito anche sulla vita terrena materiale.” (13)
Nel suo insieme, la situazione sociale prodotta dal Coronavirus mostra una segnatura saturnina analoga a quella della malattia individuale da Covid-19. I diversi “periodi di lockdown” hanno avuto un peso plumbeo nei singoli paesi e la vita sociale si è trovata a fasi in una paralisi plumbea (le paralisi sono anche sintomi di avvelenamento da piombo). Al tempo stesso anche i bambini e i giovani sono stati portati a un temporaneo “invecchiamento”, in quanto non potevano muoversi con la loro giovanile spontaneità, non potevano fare feste e viaggi e dovevano rimanere in casa in modo possibilmente “ragionevole”, in un modo che corrisponde a quello della vecchiaia. Se si pensa alla funzione di protezione e schermatura del piombo che riesce a trattenere perfino i raggi X, allora anche il social distancing e il desiderio di schermarsi con la maschera nei confronti degli altri uomini, in un certo senso diventano parte del gesto del piombo.
Durante le misure di lockdown durate mesi, il mondo fu posto quasi in uno stato di riposo paragonabile a uno Shabbat artificiale, in una atmosfera cioè che nella settimana corrisponde al giorno di Saturno. In un riposo forzato da Shabbat furono bloccati in particolare gli elementi mercuriali dei viaggi, degli incontri sociali e della circolazione mondiale delle merci (Mercurio, dio dei commercianti). In ambito sociale Saturno si mostra come controparte di Mercurio in modo simile a come è micro-cosmicamente nel caso del Covid-19 in cui viene attaccato il polmone quale organo di Mercurio, oppure la mercuriale circolazione del sangue con la formazione di trombi.
Le misure del lockdown hanno poi colpito in modo particolare gli ambiti salutari dell’arte e della religione. (14) Il fatto che le esigenze artistiche e spirituali dell’anima siano state considerate dalla politica ufficiale come non rilevanti per il sistema, manifesta lo spirito materialista che la anima.
Le forze di Saturno sono anche le forze della memoria e della visione retrospettiva (15). Fermarsi e restare in riposo, simboleggiato nel giorno dello Shabbat, rende possibile una riflessione critica sul passato e apre al contempo la possibilità di dare vita ad impulsi di trasformazione per il futuro. In rapporto alle molteplici situazioni critiche legate alla vita sociale ed ecologica quali cause concomitanti per il sorgere e la gravità della pandemia (16), uno sguardo retrospettivo potrebbe essere la prima premessa per una riforma sociale. L’impulso di Saturno ha quindi anche una forza di trasformazione che porta a morire il vecchio perché possa sorgere del nuovo.
Fisiologicamente la cosa si evidenzia nel fatto che, mentre il sistema osseo muore nella mineralizzazione tipica di Saturno, contemporaneamente nel midollo osseo zampilla nuova vita nella formazione del sangue. Se poi il sangue viene distrutto nell’organo di Saturno, cioè nella milza, il calore fisico del sangue si metamorfosa nel fuoco spirituale dell’entusiasmo. Questa dinamica di Saturno del “morire e divenire” si mostra in modo particolarmente significativo negli eventi del Sabato Santo, il giorno di Saturno della settimana pasquale, quando già si prepara la resurrezione sotto la superficie della morte.
Poiché con il lockdown molte attività sono state messe in una condizione paragonabile alla deposizione nella tomba, si può in questo senso sperare, dopo aver vissuto il riposo dello Shabbat indotto dal Coronavirus in una specie di “Sabato Santo mondiale”, che i diversi ambiti della vita possano “risorgere” in forma metamorfosata tale che le tendenze problematiche ecologiche e sociali del periodo pre-coronavirus, si possano trasformare in una società socialmente giusta ed ecologicamente sostenibile.
Prospettive salutogeniche
Possiamo così caratterizzare la fisionomia essenziale della crisi da Coronavirus sul piano corporeo come impulso indurente dei nervi e dei sensi, sul piano animico come impulso intellettualizzante e nell’ambito sociale come gesto di antipatia nel social distancing. (17) Se ci si vuole contrappore in modo salutare alla predominanza di queste forze di un’intellettualità fredda e arimanica nelle sue diverse facce, si deve cercare di rafforzare la sfera del sentire e del volere muovendo da impulsi spirituali.
Il significato dell’atteggiamento del sentire nei confronti della disposizione verso le infezioni delle vie respiratorie diviene comprensibile, quando si consideri la tripartizione dell’essere umano. In essa, i processi del pensare poggiano sul sistema dei nervi e dei sensi, i processi del sentire sul sistema ritmico ed i processi del volere sul sistema del ricambio. I sentimenti sono dunque in diretta relazione col sistema ritmico e vi possono agire sia in senso salutare sia patogenico. Mentre l’ansia e la paura agiscono favorendo piuttosto l’insorgere di malattie, al contrario il coraggio e “l’amore operativo”, collegati con un atteggiamento spirituale di fondo, possono agire – se seguiamo Rudolf Steiner – contrapponendosi in una certa misura alla disposizione ad ammalarsi. (18) È interessante notare come sia il coraggio sia “l’amore operativo” mostrino un nesso antropologico con il sistema ritmico; diviene così comprensibile perché possano rafforzare gli organi di questo sistema. L’amore porta in questo senso ad un rafforzamento delle forze del cuore, il coraggio un rafforzamento delle forze del respiro, Rudolf Steiner ci indica del resto che l’aria è imparentata alle forze del coraggio. (19) In questo senso con ogni atto respiratorio noi ci colleghiamo con le forze del coraggio, per questo prima di intraprendere qualcosa per la quale serve coraggio, istintivamente inspiriamo profondamente.
Un lavoro animico consapevole che cerchi di sviluppare qualità dell’anima come il coraggio e l’amore prendendo le mosse dagli ideali dell’antroposofia, può contrapporsi alla dominanza della sfera intellettuale di cui abbiamo parlato, portando a un rafforzamento sia degli organi del sistema ritmico minacciati dal Covi-19, sia della sfera del sentire e del volere. (20) Mentre la crisi da Coronavirus nel senso delle forze dominanti, nel pensiero ha portato a una intellettualità materialistica, nel sentire alla paura e nel volere alla paralisi, l’ideale di un atteggiamento sano di queste tre forze dell’anima diviene sorgente di luce se il pensare è illuminato da ideali spirituali, se il sentire è riscaldato dall’amore e il volere sviluppa coraggio.
Come abbiamo già descritto, la condivisione delle feste cristiane del corso dell’anno può essere per l’uomo sorgente di impulsi per una trasformazione delle sue forze dell’anima, in quanto la triplice consonanza di Michele, del Natale e della Pasqua, può rafforzare il coraggio interiore e l’interiore calore dell’anima
Tratto da “Anthoposophie” n. 296 Johanni 2021
Christoph Bernhardt
Traduzione di Stefano Pederiva
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